Il regista di “Beyond the Wall” ammette che l’episodio “non era molto plausibile”
Alan Taylor ha diretto diverse scene importanti nelle prime due stagioni di Game of Thrones, comprese la decapitazione del povero Ned in “Baelor” e la nascita dei draghi di Dany in “Fire and Blood”. Oltre naturalmente ad essere stato regista di “Thor: The Dark World” e “Terminator: Genisys”. Ritornando alla serie per la morte di uno dei draghi in “Beyond the Wall”, Taylor ha trovato un franchise trasformato sia nelle dimensioni che nelle ambizioni, come ha raccontato al New York Times.
Taylor ha spiegato alcuni degli eventi che hanno preceduto la battaglia sul lago ghiacciato, ad esempio come diavolo hanno fatto quei corvi a raggiungere Roccia del Drago così in fretta.
“Ho letto soltanto una recensione online, e insisteva molto sulla velocità dei corvi. Ho pensato che fosse divertente – non sembravano preoccupati dalla lucertola grossa come un 747, ma erano preoccupati per la velocità di un corvo. È vero che le tempistiche non corrispondono in modo esatto, e non so di preciso quanti chilometri ci siano tra il Forte Orientale e Roccia del Drago. Ma è stato un po’ triste sentir dire: “Questo episodio non mi è piaciuto per via della velocità di quel corvo…” Stavano accadendo delle cose fantastiche e se questo vi ha dato così fastidio, non credo sia una buona cosa. Detto questo, Gendry corre davvero bene. [Ride] I corvi sono animali veloci. E chi è in grado di misurare lo scorrere del tempo, quando a nord della Barriera sembra sempre di essere al crepuscolo? Pensando a tutto questo, credo che i problemi sulle tempistiche possano essere superati.”
Non siamo sicuri di condividere tutto quello che ha detto, ma è vero che Gendry ha corso su e giù per quelle colline come un vero fenomeno.
Taylor ha parlato di questo argomento anche con Variety, dicendo che i produttori hanno voluto rendere appositamente “confusa” la cronologia degli eventi, i quali, come ha ammesso:
“Non erano molto plausibili, ma spero che la forza della storia sia ciò che ha coinvolto davvero gli spettatori.
È bello che lo show sia così importante per così tante persone da essere analizzato così attentamente. Se lo show non andasse bene, mi importerebbe di questi commenti, però ha molto successo, quindi non mi preoccupa ricevere alcune critiche.”
Tornando all’intervista con il New York Times, Taylor ha parlato della battaglia sul lago ghiacciato, che era molto diverso la prima volta che lui ha visitato la location.
“Non c’era acqua, non c’era nessun lago, non c’era niente. E quindi sono rimasto stupito, non riuscivo a capire come avremmo potuto fare.”
“Nella fase di preparazione abbiamo lavorato molto per capire dove collocare quell’isolotto, che forma dovesse avere. E poi, una volta scavata e livellata la superficie del lago, abbiamo potuto trattarla per farla sembrare ghiaccio – naturalmente, ogni volta che qualcuno cade in acqua, non c’è niente di vero. Per creare quelle scene abbiamo girato in momenti e location separati, giusto per farvi capire quanto si è evoluto lo show.”
Per quanto riguarda la morte di Viserion, Taylor ha raccontato all’Hollywood Reporter di essersi affidato agli attori per ricreare il grande impatto della scena.
“Alcune inquadrature sono deliberatamente tristi e commoventi, ad esempio quella in cui scivola nell’acqua. La maggior parte di questa scena è composta dal montaggio spezzato dei volti degli attori mentre osservano ciò che sta accadendo, quindi abbiamo inquadrato le loro reazioni a partire dal momento in cui il drago viene colpito e precipita verso il lago, finché non affonda nel ghiaccio. Naturalmente, questo montaggio così commovente termina sul volto di Emilia, perché è suo figlio che è morto. Penso che abbia fatto un lavoro straordinario, dato che in quel momento avevamo sostituito il drago con una pallina da tennis. E poi ci spostiamo su Jon, che invece è infuriato. L’accostamento di queste due reazioni emotive è fantastico.”
La battaglia ha anche portato a un grosso passo avanti nella relazione fra Jon e Daenerys, un argomento di cui Taylor aveva già anticipato qualcosa.
Taylor pensa che ci sia “dell’altro fra loro due, sia politicamente, sia dal punto di vista romantico.” Anche se lui è troppo basso (<—HA! Faremo scoppiare il flame in pagina di nuovo, dato che, oltre a me, l’ha detto Daenerys in episodio e anche il regista? 😛 – NdAranel).
Nonostante la maggior parte dell’episodio si sia concentrata sulla missione di Jon a nord della Barriera, abbiamo assistito anche a qualche scena ambientata a Grande Inverno.
Abbiamo visto la reciproca diffidenza di Arya e Sansa evolversi in qualcosa di più grande e più pericoloso. Ecco cosa ha detto a proposito Taylor in un’intervista all’Huffington Post:
“Adoro il fatto che siano tornate insieme, sono entrambe letali e volevo dare l’impressione, per quanto fosse possibile, che una di loro stesse per morire. Ma non si sa bene quale delle due.”
E come se questo non fosse abbastanza inquietante, Taylor ha aggiunto che “sta per succedere qualcosa fra loro due, e sarà violento ma sorprendente.”
Però Maisie Williams e Sophie Turner, che nella vita sono migliori amiche, erano felicissime di tornare a lavorare insieme.
“Le loro scene sono bellissime. La prima volta che le ho lette, ho pensato: “Oh mio Dio, sono lunghissime. Dovranno dialogare per otto pagine, funzionerà?” Ma tra di loro c’è molta elettricità, molta tensione e si dispiegano le dinamiche di potere fra sorelle. Quelle due scene sono tra le mie preferite di questo episodio.”
Speriamo che Taylor stia cercando di ingannarci. Arya e Sansa che si uccidono a vicenda potrebbero essere uno shock per tutti.
Un’altra cosa: in un’intervista all’Insider Taylor ha dato qualche piccola anticipazione sul futuro del caro, non-morto Viserion.
“So come si comporterà, e so qualcosa di ciò che gli accadrà. Sta per arrivare qualcosa di straordinario. Ora hanno quest’arma e tutto sta per cambiare, vedrete.”
Lo scopriremo nel finale della settima stagione, “The Dragon and the Wolf”.
Trovate il trailer sottotitolato QUI!
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Fonte: WiC
Traduzione: Chiara B.
Editing: Aranel/Mariacristina M.