John Bradley ha parlato con The Hollywood Reporter della trionfale e relativamente breve stagione di Sam, dei suoi presentimenti sull’uso futuro di Heartsbane e i suoi pensieri sulla connessione della Cittadella con la sigla dello show.
Sam lascia Castello Nero per Vecchia Città nell’ultimo episodio della quinta stagione. Nel finale della sesta, arriva finalmente a destinazione. Cosa passa attraverso la mente di Sam mentre guarda il paesaggio di Vecchia Città per la prima volta?
In realtà è una combinazione di due cose. È una doppia emozione per lui. Non è solo al livello superficiale di attesa per quello che potrebbe aspettarsi per il suo futuro, ad esempio essere in un ambiente in cui ha sempre sognato di essere, da cui è stato tenuto lontano per tutta la sua vita. Sapeva di essere un accademico latente che amava i libri, ossessionato dalla conoscenza e dalle sue applicazioni, ma suo padre ovviamente era qualcuno che evitava tutto questo per principio, credendo che si potessero risolvere i problemi con la violenza, e che il mondo accademico non ha nessuna applicazione pratica nel mondo reale. Adesso Sam è finalmente in una posizione, dove lui e le sue capacità sono accettati. Tutti gli attributi che possiede valgono qualcosa in questo posto, per la prima volta. Anche al Castello Nero, ha imparato molto ed è stato in grado di mettere un po’ in pratica quella conoscenza, ma era ancora un pesce fuor d’acqua lì. È un ambiente da macho, dove l’enfasi è posta sulla forza fisica, quindi lui si sentiva un po’ un estraneo. Adesso è in un posto dove tutti sono come lui. Tutti sono devoti all’apprendimento e alla conoscenza.
C’è anche un forte senso di conquista. Quando incontriamo Sam, le sue ambizioni di vita sono molto modeste. La gente si chiede se Sam sarebbe un buon leader se gli fosse dato il Trono di Spade, ma lui non lo vorrebbe neanche. È completamente fuori dalla sua visione. Tutto quello che vuole nella vita, è essere amato, accettato e fare cose che gli piacciono. Si tratta del potere di prendere il controllo della sua stessa vita. Adesso è nel suo ambiente, si è innamorato e questo è qualcosa che nessuno avrebbe creduto possibile, non solo per tutti i limiti psicologici che si è posto, la sua natura introversa e la mancanza di fiducia in se stesso, ma anche perché è lontano dalle donne anche geograficamente. Deve aver pensato che non ci sarebbe mai stata la possibilità per lui di innamorarsi. Tutto questo per lui era un sogno irraggiungibile ma alla fine della sesta stagione c’è riuscito in un modo o nell’altro. È stata una storia di successo progressivo molto lenta per Sam.
Quando sta guardando per la prima volta la biblioteca della Cittadella, vede questa fenomenale collezione di libri e testi, e sorride. Dal tuo punto di vista, Sam riflette non solo la conoscenza e la saggezza davanti ai suoi occhi, ma anche tutto quello che si è lasciato alle spalle?
Sì, direi di sì. Sembra che sia l’inizio del resto della sua vita. Penso che senta di aver lottato tutta la vita per trovare una casa. Anche a casa, l’ambiente in cui è nato, con tutte le persone attorno a lui, non si è mai sentito a casa lì. Si è sempre sentito molto diverso. Sapeva di non avere un posto lì.
E quel sentimento si è soltanto rafforzato durante il ritorno a Collina del Corno in questa stagione.
Esatto. Si vede che anche se è stato cresciuto in quell’ambiente familiare dal padre, e poi scacciato via da casa e gli è stato detto di andare al Nord, così lontano da dov’è cresciuto, circondato da criminali, ladri e stupratori…si ha l’impressione che Sam abbia avuto un posto più a Castello Nero che nella sua stessa casa. Anche se è stato mandato via da casa, ha comunque trovato Castello Nero come un posto più facile in cui vivere rispetto a casa sua, perché aveva Jon. Ha trovato in Jon tutto quello che gli mancava: un amico cui importa di lui e anche una specie di figura paterna. Quando arriva alla Cittadella, si ha la sensazione che per la prima volta in vita sua, si senta a suo agio. Sente di trovarsi in un posto in cui può essere accettato.
Durante la quinta stagione, abbiamo visto Sam mettersi in viaggio verso la Cittadella. Ha lavorato molto per arrivarci e per chiederlo a Jon. Facendolo eleggere Lord Comandante, Samwell ha fatto in modo che Jon avesse il potere di prendere quella decisione per lui. Tutta la narrazione della quinta stagione per Sam è portare Gilly e il piccolo Sam fuori da Castello Nero, fino alla Cittadella, ed essere in un ambiente in cui lui può fare la differenza.
Sa davvero di poter esser d’aiuto, e vuole farlo, perché è un personaggio molto buono e laborioso. Sa che non può fare la differenza nel modo convenzionale o sul campo di battaglia. Tutto riguarda Sam che prende consapevolezza di sé e capisce i suoi limiti e capendo che i suoi punti di forza non possono crescere a Castello Nero. Quando arriva alla Cittadella, sente finalmente di aver raggiunto un punto di conquista dopo tutto quello che ha passato, ma anche l’inizio di un nuovo percorso per lui. Sente che c’è un cambiamento del suo ruolo in quella struttura. Sa che adesso può influenzare le cose, cambiare in meglio e per il bene superiore.
Dopo il finale, è stato fatto notare che i giroscopi appesi nella Cittadella sono visivamente identici all’oggetto che si vede durante la sigla iniziale di GoT. Hai un’interpretazione per il giroscopio, e cosa significa per l’avanzare della storia più grande che ruota intorno a Sam?
L’ho saputo solo dopo aver visto l’episodio. Durante le riprese era tutto in green screen. Penso che potrebbe significare qualunque cosa. Una teoria è che quello che stiamo vedendo adesso e il modo in cui stiamo vivendo GoT è che Sam sta raccontando la storia di GoT. Se pensiamo alla logica della storia adesso, la storia di Westeros e della battaglia per il Trono di Spade, sarebbe un libro in quella biblioteca. Il motivo visuale di questa introduzione nella sigla è che vi sta per essere raccontata una storia: e il fatto che le persone ne prendano conoscenza, nel modo in cui Sam sta assorbendo conoscenza nella biblioteca.
La cosa che ho trovato toccante riguardo al fatto che l’oggetto della Cittadella sia lo stesso della sigla iniziale è che è una prova della lungimiranza degli showrunner, il fatto che possano pianificare qualcosa che si realizza solo molto più tardi. Dare alle persone gocce d’informazione ed essere coraggiosi abbastanza da tenere la gente sulle spine per un po’. Una volta che si capisce, che questo simbolo è qualcosa che abbiamo visto ogni settimana, e adesso lo stanno spiegando/introducendo alla fine della sesta stagione, dimostri quanto controllo hanno come scrittori e quanto siano al comando della forma e della struttura. Danno un’informazione quando sentono che devi avere quell’informazione.
Quali sono le tue impressioni su Heartsbane, la spada ancestrale in acciaio Valyriano di Casa Tarly? Come immagini che possa rientrare in gioco in futuro?
Abbiamo visto nella scena finale di Jon e Sam nella quinta stagione, che Sam stava parlando degli effetti dell’acciaio di Valyria sui White Walker. Stanno parlando dell’esperienza di Jon ad Aspra Dimora e di come Lungo Artiglio sia tornata molto utile in quel caso. Sam è costantemente consapevole di questi dettagli, e sa che Heartsbane è fatta di acciaio di Valyria. Ma è un’interessante miscuglio tra quello che significa per lui quella spada e l’uso pratico che può farne nel mondo. Questa, però, è la prima volta per Sam in cui ha fatto qualcosa di soddisfacente sia a livello personale sia a livello pratico.
Quando ha preso la spada, è stato un gesto simbolico: prendere quello che è suo. Ha ogni diritto di avere quella spada e di usarla per qualunque cosa. Anche se Randyll potrebbe essere furioso, e probabilmente lo è, Sam sa benissimo che anche se è un simbolo, gli è piaciuto prenderla solo per reclamarne il possesso e dimostrare qualcosa, ma se imparasse a brandirla per uso pratico allora farebbe molto più bene per lui invece che lasciata in mostra su un palco di corna nella sala da pranzo dei Tarly. È un momento bellissimo di quando l’impulso e il coraggio di qualcuno di fare la cosa giusta viene combinato con una conoscenza pratica astratta. È una grande soddisfazione per lui.
Questa è stata una stagione più lenta per Sam, l’abbiamo visto in soli tre episodi quest’anno. Qual è la tua prospettiva sullo sperimentare una stagione più corta?
Credo che quest’anno si trattasse di qualità rispetto alla quantità. Anche se non è molta in termini di tempo sullo schermo, penso che quello che ho avuto in termini di contenuto sia stato il materiale più soddisfacente con cui ho mai lavorato. Nel sesto episodio, è in sostanza un pezzo di 15-20 minuti, sembrava quasi una piccola recita: con il suo inizio, intermezzo e fine. L’arco narrativo è stato soddisfacente come qualunque arco che ha avuto Sam in una stagione. Hanno lavorato duramente per riparare alla mancanza di tempo dandomi del materiale che fosse avvincente per me e che portasse avanti il personaggio. Si muove così velocemente nel giro di quei tre episodi. Quando guardi l’insieme, probabilmente non è nemmeno mezz’ora. Ma se inizi con Sam sulla nave e poi finisce con lui alla Cittadella, vedrai Sam conquistare tutto quello che ha sempre voluto.
In un minuto, Sam può essere divertente, in un altro distrutto. In quello dopo, può essere coraggioso, romantico e ribelle. Cambia così tanto in quei 15 minuti che sono stato molto grato di aver avuto la possibilità di mostrare tutte queste cose in un lasso di tempo così breve. Non sono mai stato così felice. Ho sempre detto che il ritorno a casa di Sam era qualcosa che volevo accadesse, i cambiamenti che ha sperimentato entreranno in gioco? Guarderà suo padre negli occhi e gli dirà: “Adesso devi portarmi rispetto. Sono cambiato. Sono coraggioso. Ne valgo la pena.”
E voi che ne pensate della storyline di Sam in questa stagione? breve ma intensa?
Traduzione: Mariarosaria
Editing: Quinn