Durante una recente intervista con il Sunday Times, Natalie Dormer ha difeso alcuni aspetti controversi di Game of Thrones, ha parlato del ruolo del fantasy come commento sulle atrocità del mondo reale e ha chiesto agli spettatori di fare attenzione e non guardare la serie per sfuggire alla realtà.
La Dormer, che ha partecipato a campagne contro le spose bambine e l’infibulazione, ammette:
“Alcune parti della serie sono difficili da guardare anche per me, però penso che non si facciano favori ai giovani se li si protegge da queste cose.”
L’attrice, per esempio, ritiene che le famigerate scene di stupro (solitamente commesse da mariti nei confronti delle loro mogli) siano un potenziale strumento per “iniziare una conversazione sulle statistiche degli stupri e su quanto spesso questi accadano all’interno di una stessa famiglia.”
In ogni caso, la Dormer rifiuta l’idea che la televisione sia per natura un mezzo di evasione.
“Quello che so è che accendo la tv e guardo le notizie, e si parla di un bambino annegato o di bambini a cui si mostrano video di decapitazioni,”
“L’orrore della natura umana è prevalente nelnostro mondo, e mi fa piacere che alcune persone accendano la tv con il desiderio di evadere – ma se volete quello, non guardate Game of Thrones… Io scelgo il fantasy per sfogarmi, per analizzare politica, sessualità e dinamiche sociali alla debita distanza che mi permette un’opera di fantasia. Per me, questo è quello che l’arte dovrebbe essere.”
Natalie Dormer ha inoltre discusso la mancanza di controllo creativo da parte degli attori e che, nonostante quello che gli spettatori possano pensare di Margaery, lei non ha la minima influenza sulle azioni del suo personaggio (un parere espresso anche da Iwan Rheon, Ramsay Bolton).
“Tu apponi la tua firma sulla linea tratteggiata, dai loro sette anni e non puoi permetterti di cambiare il copione,” ha detto. “Un attore è un condotto per lo scrittore. Il messaggio arriva dalla scrittura. Io non posso – come Natalie – difendere tutto ciò che fa Margaery, perché non è quello il mio lavoro.”
Traduzione: Alessandra P.
Editing: Alex Auriuso
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