OneFairfax: “Credi che Daniel e Tyler potrebbero scrivere delle storie nell’universo di ASOIAF?”
George R. R. Martin: “Uh… no.”
OneFairfax: “Pensi che qualcuno sia adatto a farlo? O i libri di ASOIAF rimarranno per sempre solo tuoi?”
George R. R. Martin: “Non riesco a pensare a nessun altro che possa scrivere (legalmente) in quell’universo.”
Per quelli che non lo sanno, “Daniel e Tyler” sono Daniel Abraham e Ty Franck, gli autori della serie di libri The Expanse, di cui Martin stava parlando nel suo post. Franck è anche stato l’assistente personale di Martin.
George ha 67 anni, e molti fan delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco sono preoccupati che possa non vivere abbastanza a lungo per finire la saga. È un pensiero un po’ macabro, ma è una preoccupazione valida.
Forse l’esempio più noto di qualcuno che è morto prima di finire un’apprezzata serie di romanzi è Robert Jordan, l’autore della Ruota del tempo.
Jordan, che se fosse vivo ora avrebbe la stessa età di Martin, è deceduto nel 2007 mentre lavorava al dodicesimo libro della serie. Con gran sollievo dei suoi fan, aveva preparato delle annotazioni dettagliate, e lo scrittore Brandon Sanderson è stato in grado di completare la serie rispettando i suoi desideri.
Martin è contrario a questa procedura. Nel 2013, in Australia, gli fu fatta una domanda riguardo la possibilità che un altro autore finisse le sue opere. La sua risposta? “Non finché sono vivo.” Aggiunse:
Non credo che nemmeno mia moglie, se vivrà più a lungo, lo permetterà. Ma una cosa che ci ha insegnato la storia è che alla fine questi diritti letterari passano ai nipoti o ai discendenti collaterali, o a gente che per la verità non ha conosciuto lo scrittore e non si preoccupa delle sue volontà. Per loro è solo una mucca da mungere. E poi ci arrivano quelli che secondo me sono degli abomini, come Rossella, il sequel di Via col vento.
George menzionò quello che è successo all’universo del Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien come un esempio di ciò che gli piacerebbe accadesse con la sua saga: il figlio di Tolkien, Christopher, ha completato molte delle opere di suo padre, ma non ha mai permesso a un altro autore di scrivere nel mondo del Signore degli Anelli.
Sono certo che ci sono degli editori pronti dietro le quinte con delle enormi borse di denaro ad aspettare che qualcuno dica: ‘Sì, facciamolo, scriviamo Sauron colpisce ancora’.
(Spero di non vedere mai “Sauron colpisce ancora” scritto da qualche autore di terza categoria che si butta sull’opportunità.)
Sono delle parole piuttosto forti, ma Martin non ha tutti i torti.
Un altro esempio di ciò che succede quando uno scrittore muore prima di finire una serie: i romanzi di Dune di Frank Herbert. Quando Herbert morì, suo figlio Brian si dedicò alla causa e scrisse altri sei libri con l’autore Kevin J. Anderson. Ora, per quanto quei libri possano essere piacevoli, non erano al livello degli originali di Frank Herbert, e si potrebbe pensare che rovinano quasi la sua saga.
Martin è anche estremamente contrario alle fanfiction… e ne siamo felici, altrimenti finiremmo col leggere Cinquanta sfumature di Westeros o qualche atrocità del genere. Tornando al suo Not a Blog, Martin ha parlato chiaro e tondo e ha espresso una volta per tutte la sua opinione sulle fanfiction.
La mia posizione sulle cosiddette “fan fiction” è abbastanza nota. Sono contrario, per una serie di motivi che ho già spiegato più di una volta. Non li ripeterò qui.
Potrà anche non aver ripetuto le sue ragioni, ma ha spiegato ulteriormente cosa significano per lui le fanfiction.
Il consenso dell’autore, per me, è il cuore della questione. Se uno scrittore vuole permettere o perfino incoraggiare altri a sfruttare i suoi mondi e i suoi personaggi, allora va bene. È una sua scelta. Se uno scrittore preferisce non farlo… bè, credo che i suoi desideri debbano essere rispettati.
Praticamente, George pensa che gli autori che acconsentono all’ambientazione delle fanfiction nei loro universi stiano facendo uno sbaglio, perché una volta che quella porta è stata aperta può essere estremamente difficile richiuderla. Da fan di lunga data delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, non sappiamo se ci piacerebbe vedere un altro autore finire le opere di Martin, se morisse prima di completare A Dream of Spring.
George R. R. Martin ha uno stile narrativo unico, e quello stile ha contribuito a rendere i suoi libri tra i più amati nella storia della letteratura. Se i fan potessero pubblicare legalmente dei romanzi nell’universo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, potrebbe rovinare il mondo che ha lavorato così tanto per costruire.
Traduzione: Chiara B.
Editing: Alex Auriuso
Fonte: Winter is coming
Io sono una grandissima fan dell’universo di Robert Jordan e devi dire che Sanderson gli ha reso veramente giustizia. Ha cercato di aderire il più fedelmente possibile a gli appunti, allo stile di scrittura ed alla psicologia dei personaggi. Lo stesso Sanderson ha ribadito il suo grande amore per la saga sin da giovane, il che rende il sui lavoro quasi una fan-fiction. In generale l’esperimento mi sembra tanto ben riuscito che forse io non chiudere del tutto ok n faccia le porte a gli altri autori…